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Quei quiz a premi in tv che diventano una trappola

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@Claudia82&Azzurra55@
icon7  view post Posted on 27/9/2012, 07:09




Quei quiz a premi in tv che diventano una trappola

Domande troppo facili per essere vere. Infatti l'sms usato per la risposta fa scattare un abbonamento. Proteste all'Antitrust. Nei giorni scorsi il Codacons ha presentato un esposto alla questura

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ROMA - "Belen al Festival di San Remo aveva il tatuaggio di una farfallina o di una patatina?". "Dai, completa il proverbio: ride bene chi ride... ultimo o primo?". "Rispondi via sms e puoi vincere un iPhone, un'i-Pad, uno schermo piatto o 500 euro di ricarica...". Una raffica di domande tra lo scontato e il demenziale sta inondando gli spettatori delle reti Mediaset, in questi giorni estivi. È uno spot martellante dove, tra i testimonial, si rivede Marco Predolin, noto presentatore negli anni '80. Il tutto sarebbe anche divertente, se non che c'è la sorpresa: chi risponde via sms per partecipare al concorso, viene abbonato a un servizio da 24,20 euro al mese (spesso dopo l'invio di un codice da inserire in un sito internet), che prosciuga le ricariche dei cellulari o viene addebitato in bolletta.

Il servizio e lo spot sono di un'azienda torinese nota nel settore, David2 Spa (D2), e con quell'abbonamento manda all'utente un pacchetto di suonerie, loghi, giochi; ma sono molti i consumatori che vedono il concorso come uno specchietto per le allodole, per abbonarli a un servizio indesiderato, molto costoso. E così fanno montare la protesta: stanno inondando l'Antitrust di segnalazioni, riempiono i forum e Facebook di avvisi contro questo spot. Il Codacons nei giorni scorsi ha reagito facendo un esposto, per pubblicità ingannevole, alla Procura della Repubblica e all'Antitrust, che ora sta analizzando la faccenda.

volte, per altre iniziative giudicate ingannevoli nei confronti del consumatore. "Le reti Mediaset sono tempestate in questi giorni da questa pubblicità, quiz ridicoli con domande assurdamente facili", si legge in una nota del Codacons, secondo cui lo spot è ingannevole per molti motivi: appaiono solo in "caratteri minuscoli", sullo schermo televisivo, il costo del servizio e il fatto che il concorso ha un montepremi complessivo di appena 500 euro. Bisogna quindi pagare 24,20 euro al mese fino al 14 febbraio 2013, giorno dell'estrazione, per sperare di vincerne 500. Tante testimonianze di consumatori che si sentono presi in giro affollano i siti: su "Il Disobbediente" si parla di "truffe autorizzate" e si legge che hanno abboccato anche ragazzi di dieci e di dodici anni. Bisogna andare sul sito dello spot, www.allyoucan.it, per leggere i dettagli del concorso e per sapere come disattivare il servizio (e quindi frenare l'emorragia del credito cellulare): mandando un sms con il testo "stop Aycit" al numero 48182. Ma sul sito si legge anche che la disattivazione non dà diritto ad avere indietro i soldi già sborsati. Intanto, oggi su Change.org la docente Giovanna Cosenza ha lanciato una petizione contro questo spot 1.

"In questi casi, per chi ha perso soldi c'è ben poco da fare. Si può sperare solo che l'Antitrust imponga all'azienda di scrivere i costi con caratteri più grandi e che magari anche li faccia dire a voce, ai presentatori", dice Primo Mastrantoni, segretario dell'associazione dei consumatori Aduc. Casi simili, connessi al mercato dei loghi e delle suonerie, un tempo erano numerosissimi, ma adesso sono più rari. Ad agosto l'Antitrust ha deciso di non multare Flycell (per pubblicità ingannevole), solo perché quest'azienda si è impegnata a restituire i soldi ai consumatori e a rendere più chiaro il proprio spot.

Un altro pericolo viene da quei servizi che rubano credito telefonico offrendo programmi internet. L'utente finisce su un sito e gli viene chiesto il numero di cellulare per scaricare Skype o eMule. Viene quindi iscritto a un costoso servizio sms, mentre quei programmi sarebbero gratis dai siti ufficiali. Usano un trucco simile i servizi ItaliaProgrammi.net e Easy Download, già giudicati ingannatori dall'Antitrust e dalla Procura della Repubblica. Hanno colpito decine di migliaia di utenti ma ancora imperversano, cambiando di continuo il sito da cui agiscono.

Fonte: www.repubblica.it
 
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