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13 marzo 2013 - Habemus Papam * Francesco *

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view post Posted on 13/3/2013, 21:30




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Papa Francesco, chi è Jorge Mario Bergoglio




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* Fratelli e Sorelle - Buona sera *



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Primo pontefice sudamericano della storiaSettantasei anni, arcivescovo di Buenos Aires, era già tra i papabili nel conclave del 2005. Ha origini piemontesi. E' il primo gesuita che sale al soglio di Pietro. In passato è stato criticato per i suoi silenzi durante la dittatura militare


CITTA' DEL VATICANO - Il nuovo Papa della Chiesa cattolica è Jorge Mario Bergoglio. Il 266esimo successore di Pietro ha scelto il nome di Francesco. Settantasei anni, arcivescovo di Buenos Aires, nello scorso Conclave fu il più votato dopo Ratzinger. E' stato presidente della Conferenza episcopale argentina per due mandati consecutivi, dal 2005 al 2011. Vista l'età aveva chance ridotte, negli scrutini ha prevalso la parte progressista.

L'annuncio dal Protodiacono Jean-Louis Tauran: "Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum Georgium Marium, sanctae Romanae Ecclesiae cardinalem Bergoglio". Quindi ha aggiunto che il Pontefice ha assunto il nome "Franciscum". E trattandosi della prima volta di un Papa con questo nome, è automatico che in futuro - se ci saranno altri papi con questo nome - lui sarà ricordato come Francesco.

PAPA FRANCESCO SUI SITI DI TUTTO IL MONDO


"Fratelli e sorelle, buonasera", ha detto il Papa appena affacciato dal loggione centrale di San Pietro di fronte alla folla in attesa. In una pausa della pioggia. "Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo... Vi ringrazio dell'accoglienza", ha detto Francesco.

Non è solo il primo papa sudamericano: l'argentino Bergoglio è anche il primo pontefice gesuita nella storia del papato. L'ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534, infatti, pur essendo potentissimo nei secoli non ha mai espresso un papa di Roma, avendo tra l'altro una gerarchia molto strutturata con in testa un potente preposito generale, che non a caso viene tradizionalmente chiamato il "Papa nero". Attuale preposito generale è Adolfo Nicolas. Oggi i gesuiti sono 17.906, di cui 12.737 sacerdoti.

Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di Ordinario del proprio rito, il Pontefice Francesco è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 ma ha origini piemontesi. Ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico, poi ha scelto il sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. L'11 marzo 1958 è passato al noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo San Josè di San Miguel.

Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell'Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 ha studiato teologia presso la Facoltà di Teologia del collegio massimo San Josè, di San Miguel, dove ha conseguito la laurea. Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote.

Nel 1970-71 ha compiuto il terzo probandato ad Alcala de Henares (Spagna) e il 22 aprile 1973 ha fatto la sua professione perpetua. E' stato maestro di novizi a Villa Barilari, San Miguel (1972-1973), professore presso la Facoltà di Teologia, Consultore della Provincia e Rettore del collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è stato eletto Provinciale dell'Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni.

Bergoglio è stato criticato in patria per i suoi silenzi sulla dittatura (ascolta l'audio di Omero Ciai).

Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San Josè, nella Diocesi di San Miguel. Nel marzo 1986 si è recato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale; quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia nella città di Cordoba come direttore spirituale e confessore.

Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l'ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Lujan, Monsignor Emilio Ogènovich. Il 3 giugno 1997 è stato nominato Arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino. E' autore dei libri: Meditaciones para religiosos del 1982, Reflexiones sobre la vida apostolica del 1986 e Reflexiones de esperanza del 1992.

E' Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina che non possono contare su un Ordinario del loro rito. Gran Cancelliere dell'Università Cattolica Argentina. Relatore Generale aggiunto alla 10/a Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001). Dal novembre 2005 al novembre 2011 è stato Presidente della Conferenza Episcopale Argentina. Dal Beato Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Roberto Bellarmino.



fonte: www.repubblica.it/speciali/esteri/c...oglio-54503720/




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Canti, brividi e smartphone: la festa per Papa Francesco



L'attesa dopo la prima fumata nera, e poi l'emozione per l'elezione del nuovo pontefice: cronaca di una giornata storica in piazza San Pietro
di Gabriella Greison
Come mosche impazzite. La gente si muove così, in piazza San Pietro. Veloci nel loro zigzagare, tutti si spostano da un posto all’altro. Anche se sono stretti, anche se non c’è poi così tanto spazio. Ma nessun riesce a stare fermo un attimo. Gli occhi, però, sono fissi. Lo sguardo non viene tolto dalla cupola della Cappella Sistina. Questa volta sanno tutti bene dove guardare. Il comignolo, anche se nascosto dietro il colonnato di destra, coperto dall’impalcatura dei lavori di ristrutturazione, è più illuminato. E la fumata bianca, quando finalmente arriva, sale alto. Sono le 19.06, la pioggia ha pure smesso di scendere. Finalmente «habemus papam». Le persone non devono più fissare i quattro maxischermi con il fermo immagine della parte terminale dei tubi della stufa, dove si bruciano le schede. Il fumo bianco ora si vede anche lontano, nel cielo scuro della sera. Ora il nome c’è, e quando l’Arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, viene annunciato al mondo, gli olè e gli evviva della gente fanno venire i brividi.

Al secondo giorno di Conclave, eletto alla quinta votazione. Tutti alzano i telefonini al cielo, per la foto. Per il video da postare su Youtube. «Io c’ero»: a dire questo serve essere qui stasera. Questa è l’elezione del Papa seguita dai social network, ma essere presenti alla fumata è una cosa da togliere il fiato. Perché tutto parte della piazza. Da questa piazza in cui ha pure grandinato oggi, ma la gente non ha mai smesso di arrivare. Fin dalla fumata, nera, della mattina. Fin dalle prime ore del’alba. E quelli che hanno comprato le magliette con la foto del Cardinale Scola le tirano in aria. Tutti gridano, cantano, sventolano bandiere, le campane che suonano forti, e non fanno sentire nemmeno la voce di quello di fianco. C’è il bambino che prima piangeva, e all’improvviso si zittisce da solo.

C’è il signore anziano che si mette a piangere. I Papa-boys urlano euforici. Ci sono gli africani che hanno pure i bonghi, e dal colonnato di sinistra improvvisano una danza. Con le mani giunte, vicino al viso, ci sono le suore (che, qui a Roma, vengono chiamate “monachelle”). Ecco, tre di loro soccorrono una donna che sta per svenire. “Non ci posso credere, siamo salvi”, dice prima di inginocchiarsi al suolo. La gente si commuove, o festeggia: queste sono le due reazioni. Sotto l’obelisco c’è pure qualcuno che si è arrampicato: salutano con le mani al cielo, questi ragazzi. Colpiscono i colori, colpisce l’entusiasmo. E’ toccante quando la banda intona l’inno d’Italia. E’ il momento di maggior trasporto: tutti, ma proprio tutti, lo cantano. Anche da via della Conciliazione, anche dal lungotevere, il fiume di persone scorre in un solo senso. Ci sono pure quelli che si scambiano baci, e si abbracciano con le lacrime agli occhi.

Dopo un’ora dalla fumata, si accende la luce dietro la tenda rossa. Poi, la benedizione urbi et orbi, e il boato è così grande che si sente pure nei quartieri vicini. Ora i telefonini sono in tilt, non funziona più nessun segnale. C’è il gruppo di bambini delle scuole romane che alza lo striscione a favore di telecamere, i polacchi che cantano, i brasiliani che pregano. Adesso, che il Papa argentino è stato eletto, ci sono solo sorrisi, solo grandi gesti di felicità. E qui, nella piazza, c’è molta solidarietà tra i presenti: chi presta una cerata alla ragazza che si è infradiciata sullo scooter, chi condivide un pacchetto di patatine, chi fa capannello con sconosciuti, così, tanto per chiacchierare sul nome dell’eletto. Il nome di Ratzinger viaggia ancora nell’aria, qualcuno lo ricorda con un coro. Tra le bandiere sventolate al vento dei vari Paesi, si sentono i canti, religiosi e no, da “When the saints go marching in” fino ad arrivare a “Que viva Espana”. Che viene voglia di unirsi al coro, anche se non sei dei loro.

E’ una piazza diversa da quella del 2005. Allora, la straordinaria reazione popolare aveva fatto seguito alla morte di Wojtyla. Oggi, è indebolita dalle dimissioni di Ratzinger e dalle divisioni interne che ne cambiano l’aspetto. Ma è il mondo a essere cambiato, otto anni fa la crisi doveva ancora arrivare, e fuori dal Vaticano non mancava un Governo, e fra poco un Capo di Stato. Per questo, i fedeli oggi avevano più fretta di avere un nome. Adesso, c’è. E quando il nuovo Pontefice, che ha scelto il nome di Francesco, si è affacciato, c’è stato pure qualcuno che ha detto: ecco perché c’è stato il gabbiano sul comignolo delle fumate, per tutto il pomeriggio.


fonte: http://www.vanityfair.it/news/italia/13/03...glio-san-pietro




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